Cani avvelenati, Il profiling dell’avvelenatore di cani

(articolo pubblicato da BEPUPPY  http://www.blog.bepuppy.com)

Cani avvelenatiAvvelenare un cane è la più bieca violenza che si può fare non solo nei confronti degli animali, ma anche nei confronti degli umani che ne possiedono uno. Come è noto vi è un’ampia letteratura che ha dimostrato lo stretto legame tra questo tipo di attività criminosa e i serial killer. Tutti i casi di serial killer studiati dimostrano che hanno iniziato la loro carriera, volgendo la loro crudeltà prima verso gli animali domestici e successivamente verso i loro simili. L’avvelenatore di cani, però è un po’ diverso in quanto è il soggetto che mette le polpette avvelenate per cani nei parchi, strade ecc… non per uccidere un cane, così sostiene (afferma di non volerli morti ma utilizza dei veleni per cani mortali) ma per dare loro una lezione.
Domandiamoci a chi è che vuole dare effettivamente la lezione: considerando gli effetti, la lezione è per il padrone del cane. Il cane morto non impara proprio niente. La morte del cane non è legata ad una lezione che il criminale vuole dare, ma ad una patologia psichiatrica che lo porta all’eliminazione fisica del soggetto del suo odio, che direttamente è il cane, ma indirettamente è il suo simile che possiede un cane, che considera alla stregua di un cane, non capendo l’affetto che quest’ultimo prova per lui.

Cani avvelenati = vigliaccheria

L’avvelenatore in realtà vorrebbe avvelenare sia il cane che il suo padrone, perché non lo capisce. Ma non può avvelenare il padrone, né ha il coraggio di avventarsi contro quest’ultimo o contro il cane. Entrambi potrebbero reagire e lui avere la peggio. Vediamo perché di quanto detto:
  • Le polpette avvelenate per cani possono essere mangiate da un cane educatissimo con un umano al suo seguito altrettanto educato che raccoglie gli escrementi, sta attento dove fa la pipì e i suoi bisognini ecc. ma al S.I. (soggetto Ignoto) non importa niente o in alcuni casi non lo capisce, o non è in grado, essendo di bassa intelligenza.
  • I bocconi avvelenati possono essere ingeriti da un bambino, o meglio può essere toccato da un bambino che poi si mette le mani in bocca. Ma al “S.I.” non importa niente se all’ospedale ci finisce vostro figlio, anche perché è convinto che le sostanze che usa non sono pericolose. Per lui il veleno per topi uccide solo i topi, usato su altri esseri non è velenoso. Ecco la scarsa istruzione.
  • L’obiettivo del “S.I.” è seminare il terrore tra i dog lovers e probabilmente gode nell’apprendere quanti cani avvelenati ha portato alla morte. Al “S.I.” non interessa se chi è morto è un cane eroe che ha salvato molti umani e potrebbe salvarne ancora, perché il suo odio è patologico. Non riesce a farne una distinzione. Ecco le problematiche psichiatriche.

avvelenare un cane

Cani avvelenati: La mentalità degli avvelenatori

L’avvelenatore di Genenzano (VA), ha dichiarato di odiare i cani e di provare fastidio perché fanno la pipì, quindi ha confezionato bocconi avvelenati con topicida, che a suo dire, non porta i cani avvelenati alla morte. Gli avvelenatori di gatti di Torre del Greco erano in 2: hanno ucciso 50 gatti. Si trattava di un uomo di 50 anni e una donna di 40. Anche per loro la motivazione era legata al fatto che gli animali davano fastidio e che così facendo facevano un favore al quartiere. Occorre però distinguere gli avvelenatori di cani randagi da quelli di cani padronali. I primi credono di fare un favore alla società, mentre i secondi nutrono un vero e proprio odio per i pet lovers. Non seminerebbero altrimenti i bocconi avvelenati in parchi frequentati da famiglie con bambini e cani padronali. Le spiegazioni per entrambe le tipologie degli avvelenatori sono tuttavia simili: “ci danno fastidio, non li sopportiamo, ma non vogliamo ucciderli“. In realtà non è così: vogliono proprio ucciderli, alcuni sono coscienti, altri forse no.

Profiling di chi vuole avvelenare un cane

Si tratta di persone generalmente di un’età superiore ai 40 anni provenienti da ambienti familiari dove non è stato trasmesso nessun insegnamento minimo relativo alla natura o all’ambiente, a cui si sommano problemi psicologici: fobie, manie di persecuzione ecc. Sono persone che non hanno mai avuto un animale domestico, e che non riescono a concepire perché ci sono persone che li amano. Molto spesso questa mentalità gli è stata trasmessa dalla loro famiglia. Sono persone poco istruite,con un livello di istruzione medio-basso, generalmente asociali e con il tempo a disposizione per confezionare le polpette avvelenate per cani. E’ difficile che rientrino in questa categoria le persone che hanno paura dei cani (o per traumi o per fobie) in quanto la loro paura è spesso talmente marcata che avventurarsi in un parco a posizionare una polpetta con il rischio di trovarsi un cane sciolto davanti è troppo per loro. L’avvelenatore invece non ha paura dei cani, li detesta e li odia e più ne vede in giro, più gli sale la rabbia. Il suo risentimento deriva da una stratificazione di stereotipi mentali che li ha portati a sviluppare un odio per gli animali domestici. Non solo, il suo odio è talmente forte da spingerli ad uscire nelle ore notturne per posizionare i bocconi avvelenati. Sono anche persone che non si fanno scrupolo di esternare il loro odio, in modo da trovare consensi. Sono quest’ ultimi che spesso li spingono ad agire. Hanno pochi amici, e generalmente passeggiano da soli, senza motivi apparenti o in compagnia di un familiare che la pensa come loro. Utilizzano per il confezionamento delle polpette cose facilmente reperibili e si attivano solitamente a seguito di un fattore scatenante, tipo la lite con qualche padrone di cane che ha reagito a qualche insulto. E’ consigliabile quindi non rispondere o raccogliere le provocazioni, in quanto potreste innescare in queste persone l’azione. Ricordatevi che sono persone con seri problemi mentali, familiari e relazionali. Temono però di essere identificati e di essere messi alla gogna dalla società, di conseguenza se i padroni di animali domestici si organizzano e collaborano tra di loro possono riuscire ad inibirne l’azione. Cercate quindi di tenere gli occhi aperti. Se vi è il sospetto di bocconi avvelenati in una determinata zona, o qualche cane ne è rimasto vittima, affiggete volantini ad hoc che serviranno sia per avvertire gli altri padroni di cani, sia per informare il “S.I.” che la zona è tenuta sotto controllo e pattugliata e che se viene scoperto rischia la gogna che tanto teme.

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