Una vita a catena, è possibile?



Una vita a catena, è possibile? Come vi sentireste al suo posto, legato a un bidone? 
Vi sembra giusto condannarlo 24 ore su 24 a una simile galera privandolo del suo bisogno fisico di correre, giocare e interagire con gli altri? 
Il cane è un animale sociale, necessità di interazioni, mai dimenticarlo.
Eppure sono tantissimi i cani che trascorrono così la loro esistenza, senza una comoda cuccia e  legati a catene o corde cortissime, probabilmente perchè hanno scavato in giardino, hanno rosicchiato il recinto o semplicemente perchè destinati a fare la guardia. Nessun proprietario dovrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di mettere il cane alla catena senza prima aver analizzato le alternative disponibili, ad esempio un ampio recinto alto, e aver cercato una soluzione meno invasiva possibile per l’animale. 
Molti dimenticano che i cani vanno educati ed addestrati, non puniti destinandoli alla catena soltanto perchè magari non si riesce a gestirli.

Simili detenzioni, di solito giustificate dai padroni con svariate scusanti, non sono regolate da una specifica legge statale, nazionale, bensì dalle leggi regionali a tutela animali, oppure dai regolamenti comunali concerneti la convivenza uomo-animale. 
In molti regolamenti comunali viene  prevista la detenzione a catena in modo tale da consentire al cane di poter gestire un suo spazio. Pertanto viene prevista catena lunga, agganciata ad un collare morbido e dotata di moschettoni rotanti per scongiurare il rischio di strangolamento. 
Non dimentichiamo che nessuno strumento o accessorio utilizzato per il cane dovrebbe causare dolore al cane e questo vale per la catena come per il guinzaglio.
Tornando ai regolamenti comunali, è sempre gradito leggere segni di civiltà e di considerazione del benessere animale, quando viene vietata la detenzione a catena con la previsione di  multe salate ai cittadini (dai 200 ai 500 euro).
Tuttavia al di là di cosa dice la legge e delle sanzioni in cui si incorre, stabilite dal regolamento sul benessere animale delle varie regioni, è bene capire che non necessariamente una pratica non vietata dalla legge sia anche giusta. Una catena corta, pesante come un macigno, che non consente di raggiungere la cuccia e di muoversi agevolmente, rappresenta sicuramente un rischio per il cane oltre a causargli addirittura ferite e danno al collo. A tutto questo si aggiunge lo stress causato dalla sua insofferenza  che può sfociare in comportamenti aggressivi. 
Che viva in giardino o in casa un cane ha sempre bisogno di giocare, di poter correre più volte al giorno, di socializzare e di ricevere attenzioni. E questo nessuna ordinanza lo sancirà mai, eppure è fondamentale per scongiurare l’insorgenza di comportamenti aggressivi, all’origine della soppressione di tanti cani diventati pericolosi proprio a causa dell’incapacità dei proprietari di prevenirne il disagio psicofisico.


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